Zvest Apollonio
Zvest Apollonio
(1935 – 2009)
Nasce nel 1935 a Bertocchi, vicino a Capodistria. Trascorre gli anni dell’infanzia nella sua città natale, tra i vigneti e il mare poco profondo del Golfo di Capodistria, attratto dai colori e dalle forme del mondo mediterraneo a cui rimarrà fedele per tutta la vita. Nel 1955 si diploma al Ginnasio sloveno di Capodistria e supera l’esame di ammissione all’Accademia di Belle Arti di Ljubljana. Studia pittura con Slavko Pengov, Riko Debenjak, Marij Pregelj e Maksim Sedej. Si laurea nel 1960 sotto la guida di Gabrijel Stupica e nello stesso anno si iscrive al corso di specializzazione in pittura che completa nel 1964. Durante gli anni di studio visita per la prima volta Parigi e gira per la Provenza, che gli ricorda fortemente la sua Istria. Ad Arles, la città di Van Gogh, assiste a una vera e propria corrida con tutta la cerimonia sanguinosa. Questa esperienza avrà un effetto profondo sul giovane artista. Qualche anno dopo la laurea decide di diventare artista indipendente. Viaggia molto per l’Italia, la Spagna, l’Olanda e la Francia, ammirando le opere di Michelangelo, Tintoretto, El Greco, Velázquez, Goya, Rembrandt, Rubens, Renoir, Picasso, ecc. Nel suo studio di Capodistria cerca il proprio linguaggio artistico nella grafica e nella pittura. È particolarmente attratto dal genere grafico ancora poco conosciuto e poco utilizzato della serigrafia. L’Accademia di Belle Arti di Ljubljana lo invita a organizzare un corso di serigrafia. Dopo un breve periodo in cui assiste al prof. Stupica, viene promosso come docente, professore associato e poi professore ordinario. Per quattro anni è direttore del Dipartimento di Arti grafiche e vicepreside dell’Accademia di Belle Arti.
Nella sua biografia scrive di sé: “Credo che l’ora e il luogo della mia nascita non siano puramente casuali, ma sono fatti importanti che hanno segnato il mio destino sin dall’infanzia. Sono nato sotto il segno del toro, quell’animale mitico e allo stesso tempo legato alla terra, pieno di voglia di vivere, di tragicità, di bonarietà, di ingenuità, impregnato di una perseveranza incrollabile e di un desiderio insaziabile di bellezza, bontà e piacere. Se questo fatto ha segnato i miei tratti caratteriali, l’altro fatto ha segnato il mio percorso di vita. Sono nato in un luogo e in un tempo a cui la storia non ha dato né grazia né gloria, ma la dura realtà della vita quotidiana in un villaggio di piccoli contadini ridotti allo stremo che coltivano viti e ulivi, stretto tra il mare e la collina. La casa dei miei nonni è a pochi passi dal mare. D’estate, noi bambini sguazzavamo nell’acqua bassa, inseguivamo granchi, catturavamo pesci, anguille e raccoglievamo conchiglie. Una strada polverosa si snoda dal villaggio fino alla chiesa parrocchiale e al cimitero dove riposano mio padre, morto prematuramente, i miei due fratelli e mia madre Antonija, sopravvissuta a tutte le guerre e a tutti i Paesi che qui si sono susseguiti nell’ultimo secolo. È morta all’età di novantaquattro anni e le sarò sempre grato perché tutti i miei viaggi sono sempre terminati con il ritorno a casa. Anche le mie due sorelle che sono andate per il mondo ritornano sempre a casa come me”.
Zvest Apollonio muore il 25 marzo 2009 a Bertocchi.
“ … La stampa grafica di una matrice fatta a mano rappresenta per un giovane non solo un miracolo creativo, ma anche la realizzazione dei suoi desideri e delle sue inclinazioni più sottili … ”
Opera
L’impegno di Apollonio nei confronti della cultura mediterranea, della sua tradizione materiale e delle sue dimensioni spirituali, incarnate nelle componenti simboliche dei suoi dipinti, delle grafiche e delle sculture, è più evidente che in qualsiasi altro artista sloveno. È uno dei maggiori coloristi sloveni e crea interi cicli di paesaggi illusionistici che, con la loro aspirazione a unire il paesaggio e il corpo femminile, diventano la base della sua opera artistica matura – fino a quando, a metà degli anni Ottanta, il corpo femminile e il paesaggio si fondono completamente in una composizione unitaria. L’artista posiziona le figure femminili tra il mare e il cielo come fossero delle metamorfosi di nuvole e onde che, come una realtà appena captabile di immagini di fenomeni naturali, si esprimono con un’armonia di colore e di luce e, per la maggior parte, si trasformano in una testimonianza magistrale del sentimento interiore del pittore. In questo modo il pittore impone l’ambiente mediterraneo caratteristico come tradizione artistica, ma anche come punto di partenza per un nuovo erotismo stilizzato. Per le sue opere ha ricevuto più di 30 premi nazionali e internazionali.
Il porto
0/1 | 1987 | serigrafia a colori su carta
Senza titolo
34/50 | 1980 | serigrafia a colori su carta