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Vladimir Makuc

(1925 – 2016)

Vladimir Makuc, pittore e grafico sloveno, nasce a Solkan. Dopo aver studiato all’Istituto magistrale di Gorizia, si arruola tra i partigiani e dopo la guerra si diploma alla Scuola di Arti e Mestieri. Completa gli studi all’Accademia di Belle Arti di Lubiana e dopo la laurea si specializza in restauro sotto la guida del professor Miroslav Šubic. All’inizio la sua attenzione artistica si concentra sulla grafica e fino al 1960, quando si reca a Parigi per studiare con Johnny Friedlender, lavora prima con la xilografia, poi con l’acquaforte e con l’acquatinta.

L’artista sceglie i propri motivi che sono fondamentalmente legati al mare, al Carso e all’atmosfera mediterranea. Prima nelle sue grafiche e dopo anche nei suoi dipinti e nelle sue sculture appaiono spesso tori e vari uccelli in una griglia di linee o superfici. Anche la mitologia antica è una sua fonte di ispirazione. Nel 1962 tiene la sua prima mostra personale alla Mala galerija di Lubiana. Alla fine degli anni Settanta si dedica principalmente alla pittura e successivamente alla scultura.

I suoi motivi caratteristici continuano a basarsi sulla natura, sui campi carsici, sugli uccelli che vivono in Slovenia, ma aggiunge ai suoi dipinti e alle sue sculture oggetti trovati pe caso, sabbia, conchiglie e frammenti vari. L’artista è estremamente preciso dal punto di vista tecnico e rimane uno dei principali grafici sloveni. Espone le sue opere in larga misura sia in patria che all’estero e riceve numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il Premio del fondo Prešeren e il Premio Prešeren nel 1979. Nel 2015 il Presidente della Repubblica gli conferisce l’Ordine d’argento al merito.

Nel 2010 l’artista dona alla sua casa natale una collezione di 553 opere d’arte, presentata anche nella monumentale pubblicazione del Goriški muzej intitolata Collezione di opere donate da Vladimir Makuc.

“Non riuscivo a immaginare un paesaggio tutto spoglio! – Vi doveva apparire un essere vivente.

Opera

Vladimir Makuc è uno dei più importanti interpreti dell’ambiente carsico sloveno, un artista con uno stile poetico decisamente personale. Per tutta la vita rimarrà fedele al motivo carsico. In realtà, il suo grande amore inizia a Hrastovlje, dove il giovane artista trova lavoro come copista dei famosi affreschi medievali.

Per molto tempo è conosciuto soprattutto come maestro della grafica, con la quale impone il filo rosso della sua opera: il paesaggio con al centro una creatura vivente. L’artista ritorna sempre alle creature della natura, agli spazi sconfinati, alle antiche tradizioni e alle abitudini di una vita rurale e remota. Gli uccelli sono protagonisti importanti delle sue opere, l’anello di congiunzione tra cielo e terra, il riflesso metaforico del desiderio di libertà dell’artista, ma anche il simbolo del paesaggio che ama.

È uno degli artisti sloveni più singolari, appartenente alle prime generazioni di laureati dell’Accademia di Lubiana. Inizia la sua attività subito dopo la Seconda guerra mondiale. Terminati gli studi, per alcuni anni Makuc mantiene la maniera realistica tramandatagli dall’accademia, ma presto inizia a dedicarsi alla ricerca di un linguaggio proprio, basato su una raffinata espressione visiva.

Nel corso degli anni si dedica a varie tecniche. Nella grafica passa dalle tecniche classiche (prima xilografie, poi acqueforti e acquetinte) alle stampe a rilievo, lavorando anche con la pittura e la scultura, gli arazzi e la ceramica. Lo stretto legame di Makuc con il Carso e il mondo costiero si riflette non solo nelle immagini di uccelli, galli, buoi e altri simboli zoomorfi, ma anche nella stessa materialità e tangibilità delle sue opere. Di norma, esse sono tangibili e quindi anche materialmente legate alla terra che raffigurano. Per questo motivo mescola i colori con sabbia e pezzi di conchiglie, oppure enfatizza il rilievo del dipinto includendo conchiglie intere.

 

Piccolo paesaggio con ucelli
1986 | p.o.št. / p.d.a. / EA | III/XI | puntasecca su carta

Tordo blu
1985 | p.o.št. | p.d.a. | EA | puntasecca su carta