Pavel Medvešček
Pavel Medvešček
(1933 – 2020)
Pavel Medvešček, grafico, pittore, designer e pubblicista, nasce l’8 agosto 1933 ad Anhovo. Vive a Maribor fino al 1941. Dopo aver terminato le scuole elementari nella sua città natale e le scuole medie inferiori a Šempeter pri Gorici, si iscrive nel 1949 alla Scuola di Arti e Mestieri, Dipartimento di Arte Grafica Applicata di Ljubljana e consegue la laurea nel 1955. Durante questo periodo visita i villaggi circostanti per disegnarne il paesaggio, ed è lì che impara a conoscere le tradizioni popolari e il misticismo, che inevitabilmente influenzeranno il suo lavoro artistico, grafico, giornalistico e di scrittura. Inizialmente lavora come insegnante d’arte e successivamente, fino alla pensione, lavora come conservatore del patrimonio popolare presso l’Istituto per la protezione dei monumenti di Nova Gorica. La natura di questo impiego e la sua sensibilità per gli elementi dell’ambiente in cui vive influenzano notevolmente il successivo lavoro artistico di Medvešček. Si dedica alla pittura come artista freelance, in particolare alla grafica applicata, e ottiene un grande successo con la progettazione, il design e l’illustrazione di libri, giornali, riviste, cataloghi, manifesti, marchi, stemmi e distintivi. Tra le altre cose, disegna la raccolta di poesie della madre Pavla Medvešček, Kamnite misli (Pensieri di pietra, 1988). Il suo percorso artistico e visivo viene condiviso con importanti pittori come Branko Lozar, Bojan Bole, Miloš Volarič, Danilo Jejčič, Franco Dugo, Franc Golob, Marko Pogačnik, Klavdij Tutta e altri. Nel 1971 entra a far parte del rinomato gruppo artistico internazionale 2xGO e dell’Associazione Slovena di Belle Arti un anno dopo. Verso la fine degli anni Settanta diventa uno dei principali promotori della fondazione dell’Associazione degli Artisti del Litorale Settentrionale (Društvo likovnih umetnikov Severne Primorske, DLUSP), di cui sarà membro attivo. Tra il 1966 e il 1993, Medvešček presenta e allestisce numerose mostre personali e collettive sia in Slovenia che all’estero, oltre a partecipare a colonie artistiche e ad estemporanee. Nel 1984 partecipa con successo alla creazione della Casa della pittura a Šmartno (Goriška Brda). Il lavoro intrecciato di Medvešček come conservatore e artista visivo porta alla produzione di numerosi articoli e alcuni libri sul patrimonio culturale e sull’antico culto chiamato staroverstvo praticato nell’Alto Isontino (Posočje). Essendo lui il portavoce del patrimonio culturale popolare, non dimentica di introdurre lo spirito dei suoi antenati nelle sue creazioni artistiche.
“La vita è fatta di bene e male, di cose belle e di cose brutte, di gioia e di tristezza.”
Opera
Le ambientazioni dei suoi disegni sono popolate da numerosi simboli, oggetti o figure apparentemente casuali, frammenti di paesaggi, interni o spazi indefiniti, in cui viene piantato un seme mistico che domina e funge da simbolo di un’iconografia molto personale. Questi elementi conferiscono al disegno una dimensione magica, un’atmosfera misteriosa, un’ulteriore enfasi. Anche la scelta dei colori conferisce una nota eccitante alle sue opere. Questa concezione poetica dell’arte lirica potrebbe rifarsi al pensiero di Friedrich Nietzsche che negava un significato logico all’arte. La metafora di fondo, tuttavia, è quella del seme in uno spazio irrazionale e caotico che, nella sua atemporalità e nell’illusione abolita della profondità, funge da sfondo o da vuoto surreale al di là della nostra realtà fisica. Il seme come causa prima – l’essenza di tutto il creato, il seme come simbolo di forza vitale e del vitalismo, del bene e del male e, infine, il seme come metafora dell’eterna domanda: da dove veniamo, dove siamo e dove stiamo andando.
Sisma – IV
1977 | pa / EA | 29/40 | serigrafia a colori su carta
Karsus I
1974 | pa / EA | serigrafia a colori su carta