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Lojze Spacal

(1907 – 2000)

Il pittore e grafico Lojze Spacal nasce a Trieste il 15 giugno 1907. All’età di quattro anni rimane orfano di padre, scalpellino e muratore, e deve dunque presto contribuire al sostentamento della famiglia insieme alla madre, lavandaia. A undici anni inizia a mantenersi da solo, completando al contempo la scuola elementare e superiore slovena di Cirillo e Metodio. A causa della sua attività nell’ambiente antifascista e della forte coscienza nazionale, nel 1929 viene arrestato e mandato al confino per tre anni ad Accetturra in Basilicata, luogo in cui inizia il suo percorso artistico. Parallelamente, si prepara per l’esame di maturità, che supera dopo il rilascio in un liceo artistico privato a Venezia.

Nel 1934 ottiene a Roma la qualifica di professore di disegno e già l’anno successivo inizia ad insegnare nelle scuole professionali di Trieste. Si iscrive all’istituto d’arte di Monza e studia in privato all’Accademia di Brera a Milano. Durante la guerra viene nuovamente imprigionato e mandato al campo di internamento di Corropoli, per poi essere trasferito a un battaglione di lavoro a Forte dei Marmi. Dopo la guerra si stabilisce a Trieste, restaura la vecchia casa a Pirano e, in segno di dedizione alla terra carsica allestisce a Škrbina una casa etnografica. La sua carriera artistica pubblica inizia nel 1937 con una mostra collettiva a Trieste, dove tre anni dopo tiene la sua prima mostra personale.

La personale alla galleria il Milione di Milano suscita l’interesse della critica italiana, mentre il pubblico sloveno conosce la sua opera grazie all’articolo di Fran Šijanec sulla rivista Umetnost. Oltre alle numerose mostre a Trieste e Ljubljana, partecipa a varie esposizioni collettive in Italia, nell’ex Jugoslavia e un po’ in tutto il mondo. Prende inoltre parte ai più importanti biennali di grafica e organizza molte personali in tutto il mondo. Con la sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1948, 1954 e 1958, si afferma come uno dei maggiori esponenti dell’arte grafica italiana. Anche i numerosi premi e riconoscimenti ottenuti negli anni Sessanta lo posero tra i più importanti rappresentanti dell’arte grafica contemporanea. Muore il 6 maggio 2000 ad Aurisina.

“Il Carso della mia anima.

Opera

Spacal è noto per la sua visione spaziale simbolica della motivica del Carso, nella quale riesce ad esprimere l’essenza con una sola linea. Secondo l’artista, la personalità artistica si forma in base alla propria sensibilità e alla curiosità sia locale che universale. I segni grafici sono semplicemente tracce di una scrittura, per mezzo della quale l’artista si esprime: essere all’interno, essere materia, simbolo e partire dal proprio sé. Questo principio guida lo accompagna sempre, anche nelle composizioni più razionali.

Sebbene le sue opere rivelino un profondo senso per la forma organica, sia nel paesaggio che nelle forme architettoniche, riflettono una calma immobilità che rispecchia i paesaggi dell’interiorità dell’autore. Questi paesaggi interiori si articolano attorno a tre nuclei tematici principali: fin dall’inizio, nella creatività di Spacal si distingue un’associazione facilmente leggibile con la motivica paesaggistica del Carso, permeata di impulsi emotivi legati alle esperienze vissute nel momento e pregna di espressività e suggestione.

 

 

Senza titolo
1967 | xilografia a colori su carta

Senza titolo
1971 | xilografia a colori su carta