HIT d.d. Nova Gorica, Slovenia
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La mostra di 118 opere grafiche di artisti della Primorska e dell’area transfrontaliera, allestita negli spazi dell’hotel Park, offre una panoramica sul ricco repertorio creativo di ventidue straordinari autori che hanno contribuito a plasmare il volto dell’arte moderna nel nostro territorio. Inoltre la mostra, inaugurata proprio nel periodo in cui le due città di Nova Gorica e Gorizia si uniscono in occasione della Capitale Europea della Cultura 2025, sottolinea l’importanza della collaborazione transfrontaliera, poiché l’arte in quest’area non è solo testimone della storia, ma anche simbolo dei valori condivisi e dell’identità delle popolazioni di confine.
La mostra è stata realizzata dalla società Hit, che con il sostegno e l’impegno pluriennale contribuisce allo sviluppo e alla conservazione del patrimonio culturale della Primorska, permettendo che le opere d’arte, espressione di una ricca identità e tradizione culturale, vengano preservate e tramandate di generazione in generazione per raggiungere un pubblico sempre più ampio.
Lasciamoci ispirare da quest’esposizione, riscoprendo, attraverso la grafica, il potere dell’arte, che supera i confini e unisce persone e luoghi.

La collezione di arte grafica dell’hotel Park della società Hit di Nova Gorica inizia a formarsi a cavallo tra gli anni ‘80 e ’90, rivelando grande riguardo per il patrimonio culturale della regione del Litorale (Primorska). È composta da una considerevole selezione di stampe di 22 artisti del Litorale e sloveni d’oltreconfine che vivono in Italia, tutti appartenenti a diverse generazioni, stili, tendenze e orientamenti, e propone un’interessante panoramica della creazione di opere grafiche nella regione nel periodo tra il 1951 e il 1989. Tra tutti i generi artistici della seconda metà del XX secolo, per quasi tre decenni l’arte grafica è stata la tecnica principale e più riconoscibile in Slovenia, sia in termini di contenuti che di perfezione tecnica e tecnologica. A partire dai primi anni Sessanta, grazie alle generazioni di grafici provenienti dalla Scuola di Grafica di Ljubljana che hanno introdotto nuove tendenze e nuovi contenuti, l’arte grafica slovena si è distinta anche al livello internazionale. Negli spazi dell’hotel Park sono esposte ben 250 opere grafiche. La collezione, rivisitata e presentata di recente, comprende 118 stampe di artisti che hanno apportato nelle loro opere la diversità e la peculiarità della propria espressione artistica sia in termini del contenuto, della forma che della tecnologia, consolidandosi con le loro creazioni grafiche nell’olimpo degli artisti sloveni. Riko Debenjak, originario di Kanal, uno dei principali esponenti d’arte grafica della seconda metà del XX secolo, professore all’Accademia di Belle Arti di Ljubljana, rappresentante di spicco della Scuola di Grafica d’Arte di Ljubljana e della grafica sperimentale, ha catturato in modo eloquente l’importanza dell’arte grafica nella seguente riflessione: “L’arte grafica comporta una grande quantità di sperimentazione e rischio, molto più rispetto alla pittura e alla scultura”. Sono numerose le generazioni di grafici che hanno seguito le sue parole.

Gli artisti provenienti da questo territorio che con la loro opera grafica hanno segnato la storia dell’arte moderna slovena in maniera notevole, incisiva e innovativa sono: Avgust Černigoj (1898 – 1985), Lojze Spacal (1907– 2000), Riko Debenjak (1908 – 1987), Bogdan Grom (1918 – 2013), Vladimir Makuc (1925 – 2016), Miloš Volarič (1933 – 2010), Danilo Jejčič (1933), Pavel Medvešček (1933 – 2020), Zvest Apollonio (1935 – 2009), Rudi Pergar (1936), Nedeljko Pečanac (1938), Jože Spacal (1939 – 2020), Klavdij Palčič (1940 –2021), Franko Vecchiet (1941), Franc Golob (1941), Boris Zulian (1944 – 2013) Marjan Kravos (1948), Negovan Nemec (1947 – 1987), Lucijan Bratuš (1949), Janez Matelič (1950), Klavdij Tutta (1958) e Zmago Posega (1959 – 2009).

Riko Debenjak è tra i primi in Slovenia a padroneggiare la tecnica dell’acquatinta a colori, alla quale viene introdotto nel 1957 a Parigi, in occasione di uno scambio di conoscenze con il celebre Johny Friedlander, dove impara a conoscere le caratteristiche e le qualità della rinomata scuola parigina. Nace Šumi dice di lui: “Nelle sue opere mischia – o meglio dire unisce – in modo caratteristico la bellezza e l’espressione, a prescindere che si tratti di paesaggi, di mondi figurativi o addirittura di natura morta”. Le generazioni che apprendono dal maestro Riko Debenjak sapranno trasferire e sviluppare con un’abilità eccezionale questa tecnica nella Scuola di Grafica di Ljubljana, facendola diventare il simbolo dell’arte grafica slovena e sinonimo della perfezione tecnica dell’acquaforte e di tutti i suoi generi, offrendo eccezionali possibilità di esplorazione delle strutture, dei rilievi e dei colori. Riko Debenjak, riconosciuto anche a livello internazionale come una delle colonne portanti della grafica riproduttiva mondiale contemporanea, riesce a creare in quattro decenni una serie di cicli compiuti che vanno dalla trasposizione artistica di elementi folcloristici fino a una nuova visione del legno, concludendosi nella fase finale con il ciclo Dimensioni magiche (Magične dimenzije). Esse appaiono, rifacendosi alle parole di Zoran Kržišnik, “come la conclusione dell’ultimo cerchio” e sono “un risultato superbo anche dal punto di vista tecnico: il nero, gli infiniti passaggi dei colori, gli oscuramenti e i rischiaramenti che l’artista raggiunge rasentano l’inverosimile”.

Secondo Zoran Kržišnik, nella sua opera grafica il pittore e grafico triestino Lojze Spacal si rivolge al mondo “con veemenza, con un vigore giovanile inespresso, ma allo stesso tempo con un senso dell’ordine e della misura che tradisce un artista maturo”, tutto questo ancor prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale e continuando per decenni dopo la sua fine. Nel corso dei suoi ricchi anni di creazione artistica in cui si è concentrato su soluzioni sempre più cristalline e vicine all’astrazione geometrica nonché sul linguaggio delle linee armoniose e della composizione solida, dei colori pieni, puri e simbolici, della luce e spesso anche del tattile, ha creato cicli di opere grafiche che riflettono il suo grande amore per il Carso. Come scrive Angelo Bertani, Lojze Spacal è considerato “il più grande interprete dell’atmosfera, dei riti e dei miti dell’aspro e affascinante paesaggio carsico” che si estende da Prosecco a Komen, da Hrpelje a Lipica e da Prem fino al monte Nanos.

A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, anche Avgust Černigoj si dedica all’arte grafica. È conosciuto soprattutto per il suo periodo più fruttuoso, quello del Costruttivismo, seppure anche nelle sue opere grafiche di questo periodo rimane fedele alle idee dell’avanguardia che non avrebbe mai abbandonato. Domina la figura femminile, ridotta a tratti elementari e decostruita alla maniera della divisione a griglia postcubista. Semplifica il corpo al limite del riconoscibile, quasi fino al segno. Ama le figure che secondo lui dovevano scuotere lo spettatore. Adora il momento in cui la figura provoca e sconcerta lo spettatore. La provocazione, infatti, è un mezzo sempre molto sentito da Černigoj, che utilizza costantemente per mettere lo spettatore di fronte a domande sempre nuove che esigono dallo stesso di schierarsi in un modo o nell’altro.

Bogdan Grom, pittore, grafico e scultore, sloveno d’oltreconfine, dopo essersi trasferito negli Stati Uniti si dedica principalmente alla scultura e all’arazzo. Nel primo periodo della sua attività sperimenta varie tecniche e si dedica in primis ai generi classici della pittura e della grafica, scegliendo come motivi soprattutto quelli legati alla figura e al paesaggio, che fa rivivere in una semplificazione fauvista. All’inizio della sua carriera artistica si percepisce l’influenza dell’Impressionismo, dell’Espressionismo e del Futurismo, ma successivamente cede al fascino del paesaggio carsico che conferisce alla sua visione i colori caldi e la purezza delle forme che continuerà a portare con sé per molto tempo, anche nel suo nuovo ambiente, dove è ormai lontano dai temi di casa sua, e dove realizza numerosi lavori per edifici architettonici, palazzi, piazze, architetture sacre e altro.

Dalla fine degli anni Cinquanta in poi, il pittore, grafico e scultore Vladimir Makuc per oltre vent’anni si concede soprattutto all’arte grafica. Grazie alla sua originale combinazione di espressione artistica astratta e del mondo figurativo ricreato mimeticamente e simbolicamente con un caratteristico tocco di infantilismo che riesce sia a vedere con occhi romantici l’arcaicità decadente del Carso, sia a impegnarsi con i problemi e le fratture del mondo moderno e tecnocratico, l’artista si profila come il più caratteristico e inconfondibilmente unico tra i grandi maestri della Scuola di Grafica di Ljubljana. Il suo “sviluppo grafico si evolve parallelamente su due binari: quello formale e quello concettuale, oltre che, nel contempo, quello tecnologico. Tutti e tre in stretta interdipendenza e derivazione organica e logica. Si cimenta in diverse tecniche dell’arte grafica, iniziando in maniera più approfondita con la xilografia, poi con l’acquaforte combinata con l’acquatinta e, successivamente, nella calcografia a colori, nell’altorilievo e nella stampa a rilievo”, scrissi nel 1985 in occasione di una mostra retrospettiva nel Goriški muzej.

Vicini per generazione e simili nella ricerca creativa sono i tre artisti che in un certo periodo si sono dedicati principalmente alla grafica e che hanno vissuto e lavorato nel loro territorio di origine: Danilo Jejčič, Pavel Medvešček e Miloš Volarič. Danilo Jejčič, originario di Ajdovščina, orientato verso il geometrismo e i contenuti precisi di grande espressione estetica, si affaccia sulla scena artistica slovena negli anni Settanta con un interessante allontanamento dall’arte informale intrisa di personalità, puntando invece su schemi razionali e geometrici e su colori puri, insaturi, con una concezione tridimensionale “della forma geometrica, delineata e collocata in uno spazio definito,” come lui stesso scrive.  Intraprende così la strada “dell’allusività, che è il risultato della collocazione sul piano della realtà visivamente percepibile della forma astratta, nata dall’immaginazione”. Nel corso del tempo, scrive Ivan Sedej, Pavel Medvešček “ha mantenuto la continuità dei motivi e dell’iconografia nonché un interessante metodo di creare cicli paralleli”. Gli elementi del ciclo Karsika che avrebbe realizzato successivamente, iniziano a comparire già negli anni Sessanta, mentre il ciclo dei Fossili e degli incantevoli Cesti proseguono in altri cicli, tutti caratterizzati da uno struggente lirismo delle ricerche in uno spazio del realismo magico, fino alle fantasie argutamente geometrizzate e agli storicismi attualizzati. Miloš Volarič, che, rifacendosi alle parole di Miloš Rener, si concentra tematicamente sullo sviluppo dei “motivi del mondo degli oggetti in figure esplicitamente animali e umane, rese astratte nei caratteristici tratti elementari”, scrive delle sue aspirazioni artistiche: “Nei miei paesaggi le cime non si mostrano come se fossero lì per i turisti… gli alberi non si vantano… la sola presenza dell’uomo li inquinerebbe… Il mio paesaggio galleggia minuto nella sua palude e negli steli minuscoli e piegati nei prati…”.

Anche per i compagni della generazione più giovane, Rudi Pergar, pittore e grafico, e Nedeljko Pečanac, grafico, scultore e pittore, potremmo dire in un certo senso che provengono dall’astrazione geometrica, prediletta da alcuni importanti grafici sloveni, compresi quelli della regione del Litorale, ma vi impongono uno stile artistico proprio, sia nella grafica che in altri generi, che si riflette anche nelle opere della collezione della Hit. Rudi Pergar si cimenta con l’arte informale, l’astrazione gestuale ed espressiva, ma si sofferma a lungo sulla ricerca di una costruzione razionale delle composizioni geometriche, concentrandosi sui giochi di luce e sulle interazioni delle diverse superfici colorate che accentuano il suo nuovo concetto. Gli interessa l’interazione delle superfici colorate e la rifrazione della luce. Nedeljko Pečanac, che insieme ai suoi colleghi sloveni e italiani è stato uno degli iniziatori e fondatori del gruppo internazionale 2xGO, è estremamente vario sia nella forma che nel contenuto, dedicandosi alla pittura, alla grafica e alla scultura. Nella grafica utilizza prevalentemente la stampa serigrafica. I suoi primi lavori sono caratterizzati da motivi figurali erotici, seguiti da rappresentazioni archetipiche delle forme vegetali. Ama i corpi e le forme geometrizzate che trovano la loro origine nella sfera.

Zvest Apollonio tiene nel 1970 un corso di serigrafia presso l’Accademia di Belle Arti di Ljubljana, esercitando una profonda influenza sulle giovani generazioni e contribuendo alla popolarità della serigrafia. L’artista rimane entro i confini della “grafica d’autore”, caratterizzata dalla sensualità e dalla giovialità, dall’armonia del colore e dall’astrazione degli elementi riconoscibili, nonché da una forte predilezione per il territorio mediterraneo. Nel corso degli anni riesce a riassumere nelle sue opere in modo distintivo la sua visione della vita, il suo credo creativo, il suo attaccamento storico, civile e culturale nonché la sua appartenenza a queste terre. Le opere riflettono la sua visione dall’interno. Ama abbracciare l’azzurro ispiratore del cielo e del mare, la terra rossa dell’Istria che luce sotto il sole cocente, i contorni riconoscibili delle città di mare e l’erotismo mai abbastanza comprensibile del corpo femminile. Questi elementi sono un riflesso indimenticabile della sua nobile narrazione di motivi paesaggistici e figurativi eternamente ricorrenti che anno dopo anno rivivono nella sua opera assumendo nuove dimensioni.

Nel periodo dal 1972 al 1994, il pittore, grafico, mosaicista e scenografo Jože Spacal in undici cicli grafici canta un sentito inno al Carso, la sua terra nativa, e al castagno, ovunque presente in una forma o nell’altra e in ogni colore, che spesso si intravede appena sullo sfondo. L’artista cerca di cogliere i doni della natura carsica, compresi i rari campi di grano, nella loro mutevolezza e nella loro potente comunicatività, in una dimensione spirituale mai completamente rivelata, con la vita che pullula tra le pietre, i pini, i ginepri, gli alberi della nebbia, i vitigni del Terrano, le noci e i castagni. I doni del paesaggio che egli porta dentro di sé e che, ovunque e in qualsiasi momento, fa rivivere, trasponendoli in mutevoli combinazioni di segni, trasformandoli in un manoscritto artistico che rispecchia i ritmi e le melodie del senso e del sentimento mediterraneo, un ampio ventaglio di combinazioni tecnologiche e contestuali e la grandezza di uno spirito inquieto, vivace, ricercatore e nobile.

Per quasi sessant’anni l’artista triestino Klavdij Palčič si muove con passione, provocazione e persuasione tra il puramente visivo e il metaforico, con un gioco insolitamente eloquente di diverse tecniche artistiche e combinazioni sconvolgenti, in modo audace ma ponderato, tra il cupo e il vivido, il moderato e il disinvolto. È con grande amore che dà vita a narrazioni visive inconfondibili, toccanti e suggestive, con un’estetica sensuale ed affascinante. Fa rivivere le sue visioni con colori accesi che scaturiscono un’infinità di reazioni mentali ed emotive. Nella sua arte si esprime in maniera nobile e genuina. La sua doppia visione vuole scuotere e turbare. Nel gioco dell’arte astratta e figurativa, infatti, le sue figure sono mutevoli, pur rimanendo riconoscibilmente espressive e addirittura sempre più simboliche e sfocate nei suoi disegni virtuosi, ma pur sempre abbastanza distinguibili.

Franko Vecchiet instaura un legame tra l’avanguardia costruttivista e la ricerca modernista dell’ambiente da cui emerge. Attingendo dall’eredità di Černigoj, si apre sia alle tecniche artistiche classiche sia ai media e agli approcci più attuali. Da decenni si esprime utilizzando varie tecniche di arte grafica, soprattutto la xilografia. È molto originale nella sua ricerca delle radici, servendosi di svariati materiali e mezzi artistici nonché di diverse tecniche, tra cui l’incisione, senza nascondere le sue inclinazioni verso il geometrismo, la purezza della superficie e la scelta ponderata dei colori utilizzando una scala cromatica molto semplificata. È alla ricerca di un dialogo con lo spettatore – lo invita a comprendere, sentire e accettare le sue soluzioni estetiche e il suo credo artistico. Secondo l’artista, infatti, l’arte cerca di “preservare il legame tra il ricordo e il presente, tra la tradizione e l’innovazione”.

Franc Golob è conosciuto per la sua opera nella tecnica dell’acquerello, in cui fiorisce la sua percezione dei giochi di luce e delle sfumature di colore. Si dedica anche alla fotografia e alla grafica, soprattutto nel suo primo periodo creativo, in cui non cerca di mimetizzare il motivo, ma instaura sottilmente un dialogo tra l’oggetto e il soggetto. Sarà egli stesso a dire che è la natura autoctona ed elementare a collocarlo in un contesto di pensiero artistico che richiede una visione pluralistica dell’arte, fatto che metterà visibilmente in pratica nel corso dei decenni, lasciando parlare la natura attraverso diverse interpretazioni.

L’espressione artistica di Boris Zulian (Zuljan) si riflette in diversi generi. Lavora all’acquerello, al guazzo, all’olio, alla tempera, al disegno e, infine, alla grafica, in un’ampia varietà di tecniche che vanno dall’incisione alla litografia e alla serigrafia. Realizza soprattutto paesaggi del Carso e dell’Istria, raffigurandoli poeticamente con una tavolozza piena di colori accesi e facendoli rivivere attraverso interpretazioni artistiche sintetiche e stilizzate di impostazione postcubista. Utilizza un’ampia gamma di colori armonici e variegati, dilettandosi in audaci pennellate di spatola per ottenere morbidi guizzi di luce. Negli ultimi anni, l’arte figurativa prende piede nella visione astratta. Nel 1971 fonda il Grupo U insieme ai colleghi artisti triestini Kozman, Švara, Vecchiet, Volk e Žerjal.

Marjan Kravos, conosciuto anche come un eccellente scenografo, è uno di quegli artisti triestini che portano il segno indelebile lasciato del loro maestro Avgust Černigoj. È però vero che dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Ljubljana, dove ha assorbito il sapere tramandatogli da Riko Debenjak, Marjan Pogačnik e Bogdan Borčič, Kravos sviluppa un proprio linguaggio grafico che lo contraddistingue e che prende vita soprattutto nella tecnica calcografica. È qui che emerge la sua tendenza ad astrarre la realtà fenomenica enfatizzando fortemente e con precisione i dettagli. Per numerosi anni stampa le sue impressioni nello studio di Emilio Vedova a Venezia.

Anche lo scultore Negovan Nemec è eccezionale nel ricreare il disegno, il quale gli serve da punto di partenza per la sua opera scultorea: la sua linea è fluida, voluminosa, ogni tratto è uniforme e scorre dolcemente sulla carta. Nace Šumi scrive del lascito di Nemec: “Vi si trova tutta una serie di disegni destinati a essere realizzati in svariate forme e molteplici tecniche. Mi riferisco in particolar modo ai disegni dove troviamo la semplice linea ‘scultorea’ che caratterizza le sue creazioni”. Il disegno è anche il punto di partenza per le sue opere grafiche, alle quali si dedica nel suo ultimo periodo, prima che l’esplorazione delle possibilità espressive dell’arte grafica – soprattutto nella tecnica della litografia colorata, dove la linea rappresenta il veicolo del suo messaggio – venga interrotta dalla morte prematura dell’artista.

Lucijan Bratuš, pittore, grafico, calligrafo e professore universitario, si unisce all’inizio degli anni Settanta alla giovane generazione slovena che comprende le nuove esplorazioni della figura e che indaga gli aspetti dell’interpretazione psicologica della nuova realtà visiva sia del pittore che delle sue opere grafiche. Nelle sue figure, ideate in maniera espressiva e trasformate in un’esternazione indipendente, si percepisce il suo appoggiarsi alla tradizione espressionista di Marij Pregelj. La composizione singolare e la mano impetuosa enfatizzano l’esplorazione del rapporto tra la figura costruita attraverso un libero intreccio di chiazze e superfici colorate e lo sfondo piatto e indefinito.

Janez Matelič ha creato un’opera eccezionale nelle tecniche di arte grafica. Ha collaborato a lungo anche con Zvest Apollonio. Oltre alla serigrafia, è appassionato della litografia e della xilografia. Ha una forte tendenza a dare una carica espressiva alle sue opere e crea contenuti piuttosto strutturati in cui la forma si sviluppa impetuosamente. Oltre al motivo principale, è una sua caratteristica arricchire ogni impressione con numerosi dettagli che appaiono come insoliti bagliori artistici sullo sfondo e sono di solito frutto della percezione diretta della natura da parte dell’artista. La sua narrazione è pittoresca, spiritosa e talvolta complessa, con molti elementi bizzarri che l’artista inserisce deliberatamente nell’intricato mondo dei suoi motivi. Le sue storie che si susseguono e definiscono la maggior parte delle sue opere grafiche si basano su un’interazione di elementi del mondo concreto e di quello fittizio.

Anche lo scultore Zmago Posega, entrato a far parte della sfera degli artisti sloveni negli anni Ottanta insieme alla Generazione 82, è l’unico scultore ad aver deciso in maniera prevedibile di esplorare e proseguire la tradizione modernista, pur essendo già fortemente coinvolto nelle esplorazioni postmoderniste. Si esprime con una tecnica grafica che gli consente di far emergere il senso scultoreo della linea, del volume e dell’intreccio degli elementi che enfatizzano il senso della dimensione e delle forme che prendono vita nella pietra o in altri materiali. Anche le sue esplorazioni dell’arte grafica vengono interrotte dalla morte prematura.

Klavdij Tutta, artista locale da decenni trasferito a Kranj, è pieno di ispirazione e fantasia, sensualità e giovialità. Insiste sulla sua personale visione dei temi grafici e pittorici con un linguaggio e una scelta di soggetti molto caratteristici. L’opera di Klavdij Tutta sorge dall’ammirazione della bellezza del Mediterraneo, del Carso e del mare, che l’artista traduce in un proprio credo lirico attraverso immagini e simboli prescelti che plasma in un paesaggio immaginario, magico, dinamico, arricchito inizialmente da gesti che disegnano forme astratte ricolme di colori. Nel corso dei decenni, il suo sguardo si sofferma sempre più sui paesaggi marini e il suo gesto diventa sempre più tenue.

Gli artisti del Litorale e del territorio d’oltreconfine si sono cimentati in una varietà di tecniche di arte grafica che richiedono estrema precisione, costanza e pazienza da parte dell’artista. Ogni impressione richiede la mano di un maestro, un occhio preciso e una grande forza spirituale. La stampa a colori, infatti, che tutti gli artisti elencati hanno magistralmente perfezionato, richiede un approccio olistico sia alla lavorazione della lastra che alla stampa stessa. La selezione di opere della vasta collezione dell’hotel Park espone gli artisti che hanno padroneggiato le tecniche tradizionali dell’arte grafica quali puntasecca, acquaforte, acquatinta, litografia, linoleografia, xilografia, serigrafia, monotipo e tecnica mista utilizzando altri mezzi. Un’attenta considerazione dell’osservatore rivelerà numerosi piccoli tratti e incisioni nelle molteplici e sottili sfumature di colore che si fondono in un armonioso gioco di elementi visivi per creare una straordinaria narrazione dei desideri, delle emozioni e dei pensieri che stanno alla base del processo creativo. Le opere ci invitano a guardarle da vicino, con apertura spirituale e del cuore, perché ci racconteranno del mondo interiore dell’artista e delle ricerche artistiche che hanno segnato il tempo e lo spazio in cui sono state create. La collezione della Hit ha un valore inestimabile. Non solo perché fa conoscere gli artisti di spicco provenienti da questa parte occidentale della Slovenia, ma perché è testimone della responsabilità sociale della Hit e della sua propensione verso il patrimonio culturale del territorio in cui opera.

dr. Nelida Nemec

MEMORIE CATTURATE NELLE IMPRESSIONI
Collezione di grafiche della HIT di artisti della Primorska

Quando, se non ora!

Sono sempre stata aperta all’arte e alla cultura, che alla Hit hanno avuto un posto speciale. Fin da quando sono entrata come stagista nel mondo del gioco e del turismo, sono rimasta profondamente impressionata, dall’interior design, e in particolare dalle opere d’arte. Durante la monotonia del lavoro di contabilità, riuscivo sempre a trovare qualche spunto artistico: nelle relazioni con i colleghi di lavoro, apportando piccole creative migliorie e, soprattutto, nel mio percorso di studi all’Accademia di Belle Arti a Venezia. Gli ultimi anni di lavoro presso il reparto di comunicazione d’impresa della società Hit mi hanno dato l’opportunità di scoprire il settore delle gallerie d’arte attraverso l’organizzazione di mostre, cataloghi, eventi e relazioni con operatori culturali ed artisti, alcuni dei quali fanno parte della collezione di grafiche del Park. Tutto ciò ha senza dubbio arricchito e plasmato il mio percorso artistico. Mi sono resa conto che le opere d’arte sono il frutto della politica della Hit, che oltre al gioco e al turismo, ha sempre sostenuto anche la cultura, un elemento universale di connessione e pilastro importante dell’offerta turistica. Ho capito anche che la società Hit ha contribuito a creare e a preservare il ricco patrimonio culturale mobile della Primorska, significativo per l’intero territorio sloveno.

Per tutti questi motivi, ora è il momento di scoprire e presentare al pubblico la collezione della Hit di grafiche di artisti della Primorska. Quest’iniziativa arricchisce l’anniversario della Hit, contribuendo a migliorare altresì la visibilità e l’attrattiva del progetto Capitale Europea della Cultura GO! 2025.

La straordinaria selezione finale delle grafiche, collocate nei corridoi dell’albergo, rappresenta ben 22 artisti della Primorska, insieme agli artisti transfrontalieri. La collezione comprende ben 118 grafiche d’arte tradizionali, realizzate in diverse tecniche: puntasecca, acquaforte, acquatinta, litografia, linoleografia, xilografia, serigrafia, monotipia e tecniche miste.

Questa collezione comprende esclusivamente grafiche di artisti della Primorska, organizzate in ordine cronologico in base alla data di realizzazione, dal 1951 al 1989. Tutte le altre opere grafiche, circa 72, in duplice copia o appartenenti ad altri autori sloveni, sono state collocate nelle camere dell’albergo. Desidero sottolineare che si tratta esclusivamente di autori riconosciuti a livello internazionale, di tutte le generazioni e con diversi orientamenti stilistici.

La collezione comprende anche alcune preziose prove d’artista. Si tratta dei primi dieci multipli di PA dei seguenti autori: Riko Debenjak, Vladimir Makuc, Avgust Černigoj, Boris Zuljan, Klavdij Palčič, Franko Vecchiet, Rudi Pergar, Pavel Medvešček e Negovan Nemec. Sulle opere viene riportato da sinistra verso destra, il numero progressivo dei multipli di una serie, la tecnica utilizzata, il titolo dell’opera, la firma dell’autore e l’anno di realizzazione. Molte opere non sono né firmate né datate, e inoltre prive di titolo o dell’indicazione della tecnica. Possono tuttavia essere rintracciate nei cataloghi e negli archivi digitali di musei e gallerie.

La grafica tradizionale è veramente imprevedibile, ed è proprio questo a renderla unica. Il modo in cui il colore viene applicato sulla matrice, il processo di stampa, il materiale della matrice (rame, legno, linoleum, ecc.), in cui viene sviluppata l’idea artistica, così come il tipo di carta utilizzata, tutti questi fattori influenzano l’aspetto finale dell’opera permettendo ad ogni artista di lasciare nei suoi lavori un’impronta autentica. I confini della creazione grafica non sono sempre rigidamente definiti, e gli autori, nel loro sperimentare e cercare un proprio linguaggio artistico, possono intrecciare e combinare diverse tecniche. Ho mantenuto nella collezione anche un’opera costituita da tre ritagli cartacei (cut-out) con la stampa di un tipico contorno di un muro carsico stilizzato, una combinazione di diversi mezzi realizzata da Bogdan Grom.

Tutti i lavori di Janez Matelič sono privi di titolo, ma sul retro vi è stampata una poesia: si tratta dunque di una fusione tra poesia e incisione grafica! Le litografie originali (stampa su pietra) si distinguono per i tratti precisi e ben definiti, così caratteristici di Klavdij Tutta e di Negovan Nemec con le sue forme organiche. Dalla classica linea di disegno alla riduzione delle forme e alle forme astratte in chiaro e scuro incise su lastra – acquaforte – queste le creazioni di Riko Debenjak, Vladimir Makuc, Avgust Černigoj, Negovan Nemec, Zmago Posega e Klavdij Palčič (in combinazione con la puntasecca). In un’altra variante d’incisione, l’acquatinta, Jože Spacal ha catturato l’ondeggiare del vento nei campi di grano, mentre Lojze Spacal e Boris Zuljan hanno espresso il loro amore per il Carso e per il mare per mezzo di xilografie astratte. Le immagini suggestive di Klavdij Palčič, le astrazioni geometriche di Danilo Jejčič, gli elementi figurativi in bianco e nero di Lucijan Bratuš, il paesaggio geometrico di Nedeljko Pečanac, il ritmo continuo di Franc Golob, le strutture simmetriche di Rudi Pergar, gli elementi naturali nel disegno di Jože Spacal, l’astrazione immaginativa di Franko Vecchiet, il misticismo narrativo di Pavel Medvešček e Miloš Volarič, e le vivaci espressioni mediterranee di Zvest Apollonio, con tutti questi approcci detti autori hanno sfidato le insospettabili possibilità espressive della serigrafia.

Le matrici più vecchie della raccolta (risalenti al 1951) appartengono a Riko Debenjak, uno dei principali rappresentanti della grafica sperimentale a colori contemporanea e docente della Scuola grafica di Ljubljana (1950-1973). Le opere più recenti sono invece le acquetinte dell’artista transfrontaliero Marjan Kravos, datate 1989.

AUTORI DELLE OPERE DELLA COLLEZIONE DI GRAFICHE DELLA HIT

Riko Debenjak (1908 – 1987)
Vladimir Makuc (1925 – 2016)
Avgust Černigoj (1898 – 1985)
Negovan Nemec (1947 – 1987)
Zmago Posega (1959 – 2009)
Zvest Apollonio (1935 – 2009)
Pavel Medvešček(1933 – 2020)
Miloš Volarič (1933 – 2010)
Jože Spacal (1939 – 2020)
Lucijan Bratuš (1949)
Janez Matelič (1950)
Rudi Pergar (1936)
Franc Golob (1941)
Nedeljko Pečanac (1938)
Klavdij Tutta (1958)
Danilo Jejčič (1933)

e gli autori transfrontalieri

Lojze Spacal (1907 – 2000)
Bogdan Grom (1918 – 2013)
Boris Zuljan (1944 – 2013)
Klavdij Palčič (1940 – 2021)
Marjan Kravos (1948)
Franko Vecchiet (1941).

La collezione di grafiche di artisti della Primorska preserva, valorizza e interpreta il passato dello spazio creativo al confine di due paesi. La grafica d’arte riveste un ruolo e un posto speciale nel panorama artistico, rimanendo sempre attuale.

La riscoperta di questa parte grafica del nostro patrimonio culturale rappresenta un modo per celebrare il 40° anniversario dell’azienda ed è al contempo un riconoscibile contributo della Hit alla salvaguardia del patrimonio artistico della regione. Ci auguriamo che la collezione di grafiche, da ora in poi accessibile ai cittadini e ai visitatori, sia appassionati che esperti, rifletta non solo il rispetto e l’ammirazione per le opere realizzate, ma rappresenti anche uno stimolo e una fonte di ispirazione creativa per il futuro, anche in vista del periodo in cui Nova Gorica e Gorizia brilleranno unite nella Capitale Europea della Cultura.

Un ringraziamento speciale va soprattutto ai dipendenti del centro del gioco e dell’intrattenimento Park, che si sono dedicati con impegno alla valorizzazione delle opere grafiche. È solo grazie al loro se inizialmente sono riuscita a selezionare e catalogare le opere grafiche, con l’aiuto delle fotografie, dato che varie opere erano già installate nelle camere e nei corridoi dell’albergo, mentre altre, a seguito della ristrutturazione delle camere nel 2015, erano state depositate nel magazzino centrale. Solo dopo questo lavoro preliminare è stato possibile procedere all’organizzazione e all’identificazione degli autori e delle tecniche, alla selezione delle opere grafiche e alla loro disposizione nei corridoi dell’albergo. Ringrazio tutti i collaboratori del Park e Gorazd Prinčič, per aver trasformato spazi talmente insoliti per le arti visive in una galleria d’arte. Siamo sinceramente felici di esserci riusciti veramente bene.

Nataša Gregorič Nabhas, maestro d’arte, pittrice

La cultura è … arricchimento dello spirito

Le definizioni del termine cultura sono numerose, come numerosi sono suoi i teorici, i sostenitori e i critici. Lo stesso vale per la cultura aziendale. E per la cultura aziendale del gruppo Hit possiamo tranquillamente affermare che, in quarant’anni, si è affinata fino a raggiungere un livello che molte aziende slovene possono invidiarle. Non solo per la sua attività principale nel settore dei servizi, ma anche per la presenza della Hit in tutti gli ambiti della vita sociale della Goriška, che conferma la sua immagine e il suo carattere di uno dei principali motori di vita nelle comunità in cui opera e svolge la sua missione.

Anche a livello culturale le prove e le tracce del suo lascito sono numerose. Il gruppo Hit è sempre stato un alleato della cultura. Non solo come sponsor di numerose istituzioni, eventi e pubblicazioni culturali, ma anche come attivo promotore, ideatore e organizzatore di attività galleristiche e di molteplici contenuti culturali nella regione di Goriška.

Senza nemmeno menzionare i meriti della Hit in altri ambiti culturali (musica, letteratura, teatro…), si annoverano tra i suoi più grandi successi nel campo delle arti visive i quindici anni di attività della galleria Hit Paviljon. Tra il 1997 e il 2012, questa galleria ha ospitato ben 100 mostre e dato spazio a 180 artisti provenienti da 17 paesi.

Nel 1997, la collaborazione della Hit con il Ministero della Cultura e il Comune di Nova Gorica ha dato un’impronta significativa alla città, fruttando cinque sculture di rinomati artisti: Matjaž Počivalšek, Jakov Brdar, Mirsad Begić, Mirko Bratuša e Zmago Posega, che oggi arricchiscono diversi punti della città.

L’hall dell’hotel Sabotin ha spesso dato spazio alla fotografia, ospitando sia in passato che oggi numerosi autori locali e stranieri. Esposizioni occasionali sono state organizzate anche in altri centri della Hit; una di quelle che hanno avuto maggior eco è stata la mostra delle opere di Zoran Mušič all’hotel Maestral in Montenegro.

Pochi sono gli alberghi che vantano camere arredate con opere d’arte originali di alta qualità. L’hotel Park è uno di questi. Grazie a questo fatto, ma anche al lavoro instancabile e appassionato di Nataša Gregorič, è nata al suo interno una meravigliosa collezione di grafiche dei più illustri artisti della Primorska, il meglio del meglio sia in termini di autori che di opere.

Il pensiero della Radio Študent, trasmesso nei lontani anni Ottanta, risuona ancora oggi nella mia mente: Arricchimento? – Senza dubbio. Orgogliosi? – Certamente. E innanzitutto grati.

Katja Kogej

KOLOFON Hitova zbirka grafik primorskih umetnikov (1951 – 1989)

Konceptualna zasnova, kuratorstvo in celostna podoba razstave: Nataša Gregorič Nabhas, mag. umetnosti

Postavitev razstave: Nataša Gregorič Nabhas, mag. umetnosti, Gorazd Prinčič, mag.umetnosti

Oblikovanje: Špela Lutman

Tehnična podpora: Gorazd Prinčič, Laura Bremec, Valentina Tobias, Nataša Tišma, Valentina Kristančič

 

Hit d.d., Nova Gorica, oktober 2024